E’ il 12 febbraio del 2012 quando Rosa si trova con una sua amica in una discoteca a Pizzoli. E’ sabato sera e all’Aquila fa molto freddo. Nella discoteca non ci sono tante persone se non quei militari che il terremoto ha portato là per l’operazione “strade sicure”. Verso le quattro Rosa verrà ritrovata in mezzo alla neve, con una temperatura sotto zero, mezza nuda, sanguinante e in stato di non coscienza. Altri cinque minuti e sarebbe morta. Lo stupro è evidente ed anche la forza con la quale è stato commesso. Il militare del 33° reggimento artiglieria Aqui dell’Aquila Francesco Tuccia, difeso dagli avvocati Antonio Valentini e Alberico Villani, sarà l’unico indagato e condannato per stupro. Come donne di tutta Italia abbiamo seguito questo processo fuori e dentro le aule del Tribunale. Ad ogni udienza abbiamo cercato di stare vicino a Rosa anche quando il processo è stato a porte chiuse. Abbiamo denunciato che la militarizzazione del territorio aquilano ha rinforzato le connivenze e omissioni che si attivano per giustificare lo stupratore e per coprire le responsabilità dei tanti soggetti che sempre ne sono coinvolti: reti di complicità che hanno coinvolto persino il Pronto Soccorso che ha accolto la ragazza oltre che gli apparati militari e i poteri politico-giudiziari. Abbiamo urlato tante volte che anche le arringhe dell’avvocato Valentini sono responsabili di autorizzare e perpetuare la cultura dello stupro che colpisce tutte noi. Infatti nel processo la difesa ha utilizzato una retorica di criminalizzazione e ridicolizzazione di Rosa che per tutte le donne è inaccettabile. Il processo per lo stupro di Pizzoli si chiuderà in Cassazione nel gennaio 2015. A novembre dello stesso anno l’avvocato Antonio Valentini, difensore del Tuccia, viene invitato come oratore ad una iniziativa che la Ilaria Rambaldi Onlus dell’Aquila organizza alla Casa Internazionale delle Donne di Roma in vista della Cassazione contro la Commissione Grandi Rischi, colpevole di non avvertito la popolazione aquilana del possibile terremoto. Valentini difende l’associazione gratuitamente. Subito si attiva la rete di solidarietà di donne, soprattutto di Roma e dell’Aquila, per invitare la Casa Internazionale a non far entrare un siffatto personaggio, avendo l’avvocato Valentini una responsabilità politica sulla condotta di tutta la dinamica processuale. In tante abbiamo deciso che fosse giusto ricordare e comunicare pubblicamente che le parole usate nell’aula di tribunale pesavano ancora, per la loro violenza, su tutte le donne. In questa direzione quindi una donna della rete di solidarietà, tramite … Continue reading
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